Verga e la concezione pessimistica della vita

Sotto gli influssi del realismo europeo e del naturalismo francese si sviluppa nella seconda metà dell’ ottocento il verismo italiano. Questa corrente, che si caratterizza per l’osservazione analitica del vero, per la rappresentazione della quotidianità e per la narrazione impersonale, che esclude l’intervento dell’autore, trova in Verga il suo massimo rappresentante.

Verga nega l’esistenza della provvidenza ed esclude ogni consolazione religiosa e ogni speranza di una vita migliore nell’ aldilà. Gli unici valori in cui dimostra di credere sono quelli della famiglia e degli affetti domestici. Per lo scrittore, inoltre, gli uomini sono destinati all’immobilismo sociale ed economico in cui si trovano. Non ci sono alternative possibili: bisogna solo accettare la realtà immutabile, a cui nessuno può sottrarsi. Chi osa farlo finisce male.  Ne sono degli esempi il giovane ’Ntoni, che ha cercato di migliorare la sua condizione, ma è stato umiliato e “vinto” o Mastro-don Gesualdo, che ha sacrificato tutto per cambiare posizione economica e sociale, ma alla fine muore solo, senza il conforto di nessuno.  

La convinzione sull’ impossibilità di cambiare la propria vita deriva a Verga anche da un retaggio ancestrale e dal contesto in cui egli, come i suoi personaggi, si trova a vivere, ossia la Sicilia. In un’ isola si crea più facilmente un ambiente chiuso ed i legami con le radici, la terra, la famiglia, tema presente ne I Malavoglia, sono molto più forti che altrove, perché c’è una condizione di isolamento. La Sicilia è un microcosmo in cui non necessariamente si riproducono le regole del macrocosmo. I meccanismi di vita e di relazioni validi in quel contesto non sono validi al di fuori e viceversa.

Lì la vita umana, nonostante il passare del tempo, rimane cristallizzata nelle stesse forme. Basti pensare alla visione ciclica del tempo, che nelle opere di Verga viene descritto attraverso la ripetizione delle stagioni, dei lavori agricoli o delle feste religiose. Oppure basta ricordare i proverbi di Ntoni, il “vecchio” della famiglia Malavoglia, che sono l’ esempio della sclerotizzazione della vita e della fissità ideologica della Sicilia dell’ epoca: la loro morale è infatti atemporale e sempre valida.

Eros Tarditi