“IL fu Mattia Pascal”: la concezione del tempo

La rivalutazione del passato da parte di Freud e, soprattutto, la concezione del tempo come durata di Bergson hanno influito moltissimo anche sulla stesura di IL fu Mattia Pascal di Pirandello. Si avverte infatti nella narrazione un continuo spostarsi nel tempo, cambiando anche i rapporti tra la durata oggettiva degli eventi e la durata della narrazione.
Ne Il Fu Mattia Pascal l’ordine narrativo dei fatti non coincide infatti con l’ordine con cui essi si sono verificati: vi sono spostamenti all’ indietro, ossia analessi e retrospezioni, e spostamenti in avanti, ovvero prolessi e anticipazioni. Tutto il romanzo appare costruito come una lunghissima analessi, a partire dal presente, dal momento in cui Mattia scrive. Da questo piano cronologico il soggetto narrante parla e ad esso sovente ritorna.
Il romanzo comincia en arrière, a vicenda conclusa e con questo artificio lo scrittore vuole sottolineare la distanza, che separa il tempo dell’annunciazione dal tempo della storia. In questa prospettiva, quindi, il leitmotiv del tempo, visto come principio di logoramento e di dissoluzione, perde importanza. Noi infatti, come afferma giustamente Hauser, “non solo siamo la somma dei singoli momenti della nostra vita, ma il prodotto dei nuovi aspetti che essi acquistano ad ogni nuovo momento”… non diventiamo più poveri per il tempo passato e perduto; solo esso anzi dà sostanza alla nostra vita”.

Di conseguenza la rappresentazione dell’interiorità del personaggio deriva dalla contaminazione di piani cronologici, da un magma memoriale perennemente mutevole, da scandagliare con le tecniche più diverse, in parte già sperimentate prima (il discorso indiretto libero) ed in parte nuove (il monologo interiore). Non c’è quindi una meccanica riproduzione della realtà, ma la narrazione rappresenta gli eventi così come si presentano alla coscienza.
Alla nuova visione del tempo è collegata la mutata funzione del narratore: non c’è più il narratore-autore, omnisciente, che, come un demiurgo, conosce e muove tutta la vicenda, inserendola in una visione del mondo, ma viene adottata la soluzione del narratore interno, che è anche protagonista e narra in prima persona.

Eros Tarditi