“Canestra di frutta” di Caravaggio

Immagine presa da Wikipedia

In Canestra di frutta, un olio su tela, dipinto tra il 1594 ed il1598 e conservato nella  Pinacoteca Ambrosiana di Milano, Caravaggio raffigura una cesto di vimini ricco di varia frutta, guarnita da foglie di vite.

I singoli elementi catturano subito  l’attenzione per il loro minuzioso realismo a partire dal cesto che si contraddistingue per la precisione degli intrecci dei vimini. Ogni frutto è riprodotto con grande cura: gli acini d’uva  chiari e acerbi del primo piano hanno la trasparenza, la lucentezza e la  tipica  patina opaca, distinguendosi così da quelli molto maturi del grappolo posto in alto, i fichi mostrano la loro buccia rugosa, la mela è caratterizzata dalla  superficie lucida, con le particolari sfumature di rosso e di giallo, e la pera assume un colore giallo-ocra, tendente all’ arancione, con i suoi caratteristici punti neri. 

Accanto a quella fresca è dipinta anche la frutta colpita ed ammaccata ed insieme alle foglie verdi ce ne sono altre  cadenti ed insecchite. La prima immagine di una bellezza totalizzante è quindi solo apparente, dal momento che ad essa si unisce anche quella della decomposizione. L’ artista ha fatto questa scelta perché non solo voleva rappresentare la Canestra di frutta nel modo il più possibile realistico, ma soprattutto per trasmettere l’dea della transitorietà di tutto ciò che è terreno.

I contrasti di luce e di ombra modellano  i volumi e conferiscono alle forme il senso della solidità.Rispetto alle superficie piane,  nelle forme curve il passaggio da una tonalità all’altra non è così netto. Tra l’area in luce e quella in ombra c’è infatti un’infinita varietà di toni, che solo la sensibilità, la capacità e l’esperienza di un artista, come Caravaggio,  può rendere nel modo più aderente alla realtà e conferire così  all’oggetto la sua perfetta rotondità.

Per dare il senso della tridimensionalità, l’artista è ricorso ad uno stratagemma ingegnoso: ha fatto sporgere il cesto dal piano quel poco che gli permettesse di  proiettare l’ombra sul bordo verticale. In questo modo il cesto assume il suo volume ed una sua collocazione spaziale, invece di sembrare appiattito sullo  sfondo e così anche il piano, su cui poggia, assume una certa profondità.