Presente, passato e futuro

Il concetto del tempo e soprattutto la percezione del presente, nonostante abbia da sempre formato oggetto di riflessioni profonde ( esemplari quelle di Sant’ Agostino), si è sempre rivelato quasi inafferrabile. Il presente infatti sfugge; proprio nell’ istante in cui ci si sofferma per percepirlo, ormai è già passato.
Nella cultura del Novecento si è affermato il concetto del tempo come fluire, in campo filosofico con Bergson , in campo letterario con Joyce e nella pittura con gli orologi liquidi di Dalì (sulla questione c’è un bellissimo saggio Vivere il tempo della vita di Eros Tarditi.
Se però si vuole provare a fermare il presente, definendolo in un concetto razionale si può forse far ricorso alla geometria ed al concetto di circonferenza , come luogo geometrico dei punti che costituiscono l’elemento di separazione di una classe di poligoni inscritti e di una classe di poligoni circoscritti con un numero infinito di lati. Il presente non è forse altro che l’elemento di separazione tra il passato ed il futuro o, se vogliamo tra i ricordi e la speranza.
Dal punto di vista esistenziale il presente si vive rivivendo il maggior numero possibile di ricordi ponderati per la loro carica emotiva (lati infiniti dei poligoni inscritti) alla luce delle speranze o e dei sogni,nel senso di desideri (lati dei poligoni circoscritti) ricordi che muoiono nella speranza o speranze che bruciano nei ricordi.
La vita è l’ombra di un sogno, cantava Pindaro ed infatti nel sogno il passato emerge con tutta la sua forza, senza censure in tutti i suoi mille poliedrici aspetti, così come é espresso nella teoria psicanalitica del sogno di Freud. Nella sua teoria del sogno Freud critica con successo l’idea antica che il sogno predica il futuro, affermando invece che il sogno è influenzato dal passato, che emerge e viene trasformato attraverso il traumarbeit (lavoro del sogno) in simboli che superano la censura onirica allentata appunto nel sogno.

Non bisogna però far riferimento solo al passato: da questo punto di vista mi sembra più corretta, nel senso di più aderente alla vita ed alla vitalità, la teoria sul sogno di Jung che si differenzia da quella freudiana per il fatto che il sogno oltre che il risultato dei ricordi è anche determinato dal processo di individuazione attraverso cui ciascuno di noi cammina nel presente con il suo sogno, i suoi ideali ed i suoi desideri verso il futuro, che è solo suo, in quanto individuo.

Giuseppe Tarditi