“Il Postino” di Arles di Van Gogh

Nel ritratto di Il Postino di Arles di Vincent Van Gogh l’uomo in uniforme, che fissa l’osservatore del quadro, è Joseph Roulin, postino di Arles e buon amico di Van Gogh.

Immagine presa da Wikipedia

Roulin e la sua famiglia erano in ottimi rapporti con Van Gogh, che ritrasse anche la moglie di Roulin, Augustine. L’ artista lo conobbe nel 1888, anno in cui egli arrivò ad Arles, poiché abitavano nella medesima strada.
Il postino di Arles, Roulin indossa la tipica divisa con giacca decorata e con un copricapo con l’immagine delle poste francesi. Il volto sereno è incorniciato da una folta barba. In una lettera al fratello Theo, Vincent paragonò il postino a Socrate, proprio perché trasmetteva molta serenità e saggezza.
Nel ritratto Van Gogh fa una sintesi tra l’ individuo Roulin ed il ruolo di postino : il postino manifesta una calma tranquilla e triste, propria di chi porta numerose notizie importanti, a cui partecipa, senza però turbarsi. Il postino Roulin non sente infatti i drammi e le gioie individuali, ma partecipa come uomo e come postino alle vicende dell’umanità o meglio, della città di Arles in cui vive.

C’è concretezza e comunque trasfigurazione, realtà e sogno. C’è l’ armonia dei colori con il giallo del postino ed il blu della divisa e dello sfondo, che si appoggiano sul verde del tavolo, sintesi dei due colori e che dà completezza al quadro. Lo sfondo del muro è blu, non bianco, per trasmettere il senso dell’infinito.
Vengono in mente le parole di Van Gogh scritte ad Arles…. il ritratto di un artista dovrà essere sì il più fedele possibile quanto ai lineamenti, ma per esprimere che quell’artista «sogna sogni grandiosi» … dovrà esagerare il biondo dei capelli, arrivando fino «al limone pallido», e come sfondo, anziché la banale parete di un appartamento, dipingere «l’infinito».

Giuseppe Tarditi