“Notte stellata” di Van Gogh: analisi

Notte stellata è stato dipinto da Van Gogh nel giugno 1889, durante il suo soggiorno presso la casa di cura di St. Rémy.

Van Gogh aveva abbandonato la fede cristiana, ma, nondimeno, scrisse al fratello Theo: «Ho un terribile bisogno della religione. Allora esco di notte per dipingere le stelle». Il cielo, la natura, la notte stellata, difatti, diventano in un certo senso il sostituto della religione attraverso cui Van Gogh si collega all’ infinto ed all’ Universo. (Deus sive natura).

Immagine presa da Wikipedia

Nell’ analisi della Notte stellata si possono distinguere tre elementi : il cipresso cupo, il paesino con la chiesa tradizionale ed il cielo ondulato con le sfere luminose.Van Gogh lascia sullo sfondo i ricordi del suo paese natio olandese così ordinato e tranquillo, con la sua chiesa (non a caso presa dai ricordi e non dalla visione diretta ), simbolo della religiosità passata.

Una corrente ascensionale, informe e vigorosa, come una nera fiamma, espressa nel cupo cipresso, lo porta in un vortice di sfere di luce e di fuoco che vorticano in un cielo sereno, abbagliano e stupiscono . Il pittore si lascia prendere dalla luce, dalla passione, dal vorticoso movimento, per partecipare alla tormentata vita dell’Universo, privo delle sue certezze, ma immerso su uno sfondo azzurro sereno e saldo.
L’ intensità dei sentimenti è espressa da un’ esecuzione vigorosa, esaltata, brutale.

Il disegno della Notte stellata è rabbioso, potente, con tratti incisivi, forti, quasi violenti, forse è un po’ grossolano, ma efficace. Il cielo, le stelle, la luna sono uniti da un movimento ondulatorio che coinvolge lo spettatore in un’ osservazione estatica. Una misteriosa energia sospinge il movimento delle stelle. Pare che.. “la notte sia più viva e più riccamente colorata del giorno”, scrive Vincent Van Gogh in una lettera al fratello Theo. Nella Notte stellata Van Gogh cerca di rappresentare quella vita, quell’angosciosa vita che attribuisce alla notte. 

E’ un Van Gogh quasi visionario, sia per aver riversato nella sua visone della notte stellata la sua esperienza di vita, sia per la brillantezza dei colori, sia per le distorsioni emotive della realtà. Non è il paesaggio, come negli impressionisti, che arriva all’ anima, ma è il sentimento dirompente, come il nero ed informe flusso ascensionale, che trasforma la natura, rendendo la notte stellata una realtà trasfigurata dai sentimenti dell’artista. In questo senso Van Gogh è considerato precursore, se non il primo esponente dell’espressionismo e La Notte stellata ne è proprio una delle opere più significative.

Giuseppe Tarditi