La Madonna di Giotto e di Simone Martini

Anche se nella Madonna in Maestà di Simone Martini c’è già un certo distacco dal mondo bizantino, la vera rivoluzione si ha con Giotto.  In particolare con la Madonna degli Ognissanti di Giotto la pittura entra prepotentemente nell’ Umanesimo. A questo proposito è interessante il confronto tra la Madonna in Maestà di Simone Martini e la Madonna in Maestà di Giotto.

Immagine presa da Wikipedia

La Madonna in Maestà di Simone Martini è un grande affresco (970×763 cm), dipinto nel 1313-1315, e si trova nella sala del Consiglio del Palazzo Pubblico di Siena. Già con   quest’opera Simone Martini mostra di differenziarsi dalla pittura a lui precedente per la squisita commistione di delicatezze e di raffinatezze gotiche: le preziose vesti e l’atteggiamento distaccato della Madonna in Maestà (non guarda lo spettatore), il trono cuspidato e il baldacchino da cerimonia. L’ eleganza delle figure componenti la folla rimanda all’ aggraziato ideale cavalleresco delle nuove tendenze maturate in Francia.

Da un punto di vista stilistico le figure hanno il loro volume, sono realistiche, come quelle di Giotto, ma nello stesso tempo sono più esili, delicate, hanno pose leggiadre e indossano vesti raffinate. Si tratta di una pittura che concede ampio spazio all’ornamento, al dettaglio prezioso ed alla rappresentazione di oggetti di lusso, che in breve tempo si diffonderà in tutta Europa, contribuendo in maniera determinante alla nascita del Gotico internazionale.
Ma se per  questo motivo asseconda le tendenze dei tempi, la Madonna in Maestà se ne distacca per il senso della prospettiva e per la solidità delle immagini che ricorda la pittura di Giotto. La disposizione dei santi non segue una successione paratattica come nella pittura precedente, ma corre invece lungo delle linee diagonali parallele che convergono in profondità verso la scena centrale, la Madonna con il Bambino, dando un’illusione spaziale in prospettiva, accentuata anche dall’uso del chiaroscuro. In particolare il colore scuro del trono gli conferisce una certa solidità che attrae tutta l’attenzione verso le figure centrali, le quali emergono con un certo rilievo plastico che ricorda Giotto.
Ma questo è solo un pallido accenno alla vera rivoluzione portata avanti dal maggiore talento naturale che la Storia della pittura abbia mai avuto: Giotto.

La vera rottura con il passato è rappresentata dalla Madonna di Ognissanti di Giotto. Qui Giotto dà veramente la misura del suo talento naturale e della sua visione anticipatrice del nuovo mondo. L’ uomo, nella sua realtà vera e non idealizzato, è al centro del mondo: siamo nell’Umanesimo.

Madonna di Ognissanti, una tempera su legno (325 x 204 cm.) è stata dipinta da Giotto intorno al 1310 per l’altare maggiore della chiesa degli Ognissanti a Firenze ed oggi è conservata agli Uffizi di Firenze. 

 Immagine presa da Wikipedia

Se il suo famoso O, fatto senza compasso, dimostra il grande talento naturale di Giotto, qui siamo davanti ad un vero miracolo e cioè alla creazione della prospettiva senza l’utilizzo dei calcoli scientifici del secolo successivo, ma creata in maniera diretta ed immediata. Il trono di gusto gotico in cui si inserisce la figura possente e monumentale della Madonna in Maestà è disegnato con una prospettiva centrale. La Madonna è accerchiata da una schiera di Angeli e da quattro santi che si stagliano, evidenziandosi plasticamente dal fondo oro.
Vediamo più nel dettaglio le innovazioni inserite da Giotto: il trono è rappresentato con la giusta prospettiva,e sebbene non sia ancora la prospettiva scientifica del ‘400 i personaggi sono persone reali, con le giuste proporzioni, compiono movimenti naturali, hanno espressioni naturali e un volume ben definito. Anche i vestiti sono rappresentati con verosimiglianza e lasciano intravedere le forme del corpo. Basta vedere in particolare la plasticità del seno della Madonna, una vera rivoluzione per quei tempi . Le forme sia della Madonna che del Bambino non sono astratte ed idealizzate, ma sembrano prese da immagini popolari per  il loro realismo e carnalità, dando così al popolo la possibilità di identificarsi sia nel figlio che nella propria madre.

Naturalmente ci sono ancora alcuni elementi della pittura medievale che influenzano Giotto: ad esempio il colore dorato del fondo, che tende ad appiattire la prospettiva della scena e a renderla irreale, astratta, è tipico dell’epoca. Un altro elemento caratteristico della pittura medievale si riscontra nelle dimensioni diverse dei vari personaggi, le due figure principali, la Madonna col Bambino sono nettamente più grandi rispetto agli angeli ed ai santi, perché la grandezza rispecchiava l’importanza. Proprio questa distonia, però superata dalla potente immagine centrale, mostra tutta la forza del superamento del vecchio mondo da parte di Giotto e l’avvento dell’Umanesimo.

Giuseppe Tarditi