“La Primavera” di Sandro Botticelli

La Primavera di Sandro Botticelli è una tempera su tela del 1480 circa e si trova alla Galleria degli Uffizi.


Immagine presa da Wikipedia

Sarà per le sue dimensioni, sarà per la collocazione vicino alla Nascita di Venere dello stesso Botticelli, nella Galleria degli Uffizi, il fatto è che, anche per chi la conosce , quando la si vede dal vero l’effetto è sorprendente. Raramente in un dipinto la visione dal vero lascia impressioni e sensazioni così diverse da quella che si ha sui libri di Storia dell’arte, come la Primavera del Botticelli. Un dipinto in grado di nobilitare da solo tutta la splendida Galleria degli Uffizi di Firenze.
Nel dipinto
è presente un forte aspetto allegorico-metaforico. Le tre fanciulle danzanti molto probabilmente rappresentano le tre Grazie: quella di sinistra, dalla capigliatura ribelle, la Voluttà, quella centrale, dallo sguardo malinconico e dall’atteggiamento introverso, la Castità e quella di destra la Bellezza. La figura di centro Venere, rappresenta l’Amore, come l’elemento che anima la vita, tema centrale dell’Umanesimo e della pittura di Botticelli. Notiamo lo spirito di Zefiro, vento della Primavera, sulla destra, assieme alla ninfa Cloris e alla dea Flora, divinità della Primaveradella fioritura e della giovinezza e protettrice della fertilità.
L’aspetto allegorico del dipinto di Sandro Botticelli che simboleggia la Primavera non ne toglie, tuttavia, i riferimenti al mondo fisico. Le figure femminili ci riportano al mondo classico, con il recupero del mito, in una rielaborazione però più naturalistica, dove la donna è espressione della natura, nella sua carnalità ma anche nella sua purezza. 

La natura (la Primavera come rifiorire della stessa) e la cultura( la Primavera, come rifiorire dell’Umanità) si integrano a vicenda, caratteristica tipica dell’Umanesimo, nella ricerca di una vita fluida, allegra, leggera, vera come la nudità, ma velata di pudore e ornata di fiori e di particolari, anche sofisticati, che impreziosiscono i personaggi e la scena. Quest’ultimi sono emblemi e nello stesso tempo espressione del gusto per la raffinatezza culturale, tipica dell’Umanesimo (non importa poi che siano i simboli della retorica, piuttosto che dell’oratoria o altra specifica branca) .
Si sente “il velo” della cultura cristiana, vissuto in maniera leggera e raffinata (leggiadra), che ha trasformato la classicità pagana.

Giuseppe Tarditi