Il Paesaggio di Leonardo e di Giorgione

Nel Romanticismo il paesaggio rappresenta il sentimento: si assiste all’ equazione paesaggio = sentimento. Il precursore del suo ruolo è senz’ altro Giorgione nel dipinto La Tempesta. 

E’ interessante fare un confronto tra il ruolo del paesaggio in La Gioconda di Leonardo da Vinci e quello del paesaggio in La Tempesta di Giorgione.

La Gioconda di Leonardo da Vinci (1503-1506, olio su tavola, 77 cm × 53 cm), che si trova al Museo del Louvre a Parigi, è l’emblema della pittura del Rinascimento, se non del Rinascimento stesso. Senza addentrarmi in un’ analisi critica della Gioconda, mi limiterò a registrare le impressioni personali più immediate che suscita in me in relazione al ruolo del paesaggio e quindi al rapporto Uomo (nel caso donna) e Natura ( nel caso paesaggio).


Immagine presa da Wikipedia

Monna Lisa, la Gioconda è la Donna con un sorriso sconfinato che nasce dalla natura (paesaggio) e nella natura (paesaggio ) si perde.
In questo dipinto il paesaggio dà alla protagonista una profondità universale, attribuisce un’ immensa serenità che si perde nell’ Infinito e quindi ha un valore universale. E’ fondamentale, ma solo per dare un valore uni-versale all’’Uomo che rimane al centro dell’Universo.

La Tempesta di Giorgione (1507-1508, olio su tela 83 cm × 73 cm, Venezia, Gallerie dell’Accademia) è stato giustamente definito il primo paesaggio della storia dell’arte occidentale, nel senso che qui esso assume un ruolo da protagonista.

Immagine presa da Wikipedia

 In un angolo, sulla destra, una donna seminuda allatta un bambino, mentre, sulla sinistra, un uomo in piedi li guarda, appoggiato ad un’asta e fra le due figure sono rappresentate alcune rovine. Sullo sfondo invece c’è un paese che sta per essere investito da un temporale. I personaggi sono assorti, non c’è dialogo fra loro, sono divisi da un ruscelletto e lontani dalla città. L’ illusione di una prospettiva infinita e il mirabile effetto atmosferico attestano l’influenza di Leonardo.

La differenza deriva dal fatto che in La Gioconda di Leonardo la donna è assoluta protagonista e sfuma nel paesaggio: l’Uomo è al centro dell’universo in cui continua la sua esistenza. In La Tempesta di Giorgione invece campeggia il paesaggio, anche se la donna attira comunque l’attenzione ed ha un ruolo di protagonista, almeno qualitativamente. La donna non guarda l’uomo, ma non guarda neppure il bambino, anche se lo protegge: sembra assorta in attesa di qualcosa (la Tempesta?). In questo quadro Giorgione coglie forse la sottile malinconia della donna in una fase in cui è sospesa tra il ruolo di amante e di madre. Il paesaggio di La Tempesta però non è minaccioso, c’è una certa serenità, anche se mista a rimpianti (di un tempo passato sereno, ma ormai spezzato, come le colonne).

Ci vorranno tre secoli prima che la donna abbandoni il suo ruolo e si liberi alla spensieratezza un po’ libertina di Il  Dejeuner sur l’Herbe“, di cui La Tempesta di Giorgione è, a parer mio, un’anticipazione. Indipendentemente da ciò, forse è con Giorgione che nasce, in La Tempesta, l’equazione paesaggio uguale sentimento, che informerà tutta la pittura romantica.

Giuseppe Tarditi