Non autosufficienza: S.O.S. assistenza

Il problema della non autosufficienza, che cresce naturalmente con la progressione dell’età, è destinato ad aggravarsi, dal momento che l’aumento della vita è in costante e continuo incremento.

All’ interno del sistema sanitario esistono grosse criticità: manca per esempio un equilibrio tra l’offerta socio-assistenziale e quella sanitaria, per cui la carenza di servizi assistenziali territoriali comporta ancora un ricorso ingiustificato agli ospedali, che dovrebbero affrontare l’episodio acuto e non la cronicità.
Rispetto all’Europa del Nord, in Italia per esempio c’è una minore presenza di servizi domiciliari ed in particolare per quanto riguarda l’assistenza domiciliare per la non autosufficienza, essa risulta carente, non strutturata e comunque con un’offerta molto esigua di ore.
Al di là delle dichiarazioni, sul piano della prassi, la politica dei tagli continua a ridurre le risorse e per questo vengono penalizzate soprattutto le politiche sociali e gli interventi sulla non autosufficienza. Per la carenza dello Stato l’onere dell’assistenza alle persone non autosufficienti ricade perciò principalmente sulle famiglie, che sono lasciate da sole ad affrontare un impegno oneroso sotto molti aspetti. L’unico aiuto a cui attualmente esse possono far ricorso è quello non istituzionale rappresentato dalle badanti, il cui costo, peraltro, è molto gravoso.
Però anche la famiglia è una risorsa che in futuro può venir meno, per il fatto che la maggior parte delle donne, sulle quali soprattutto grava il lavoro di cura e di assistenza, ha un’occupazione fuori casa e non potrà godere di pensioni di anzianità, come le ultime generazioni.

Si impone perciò la necessità di riprogrammare quanto prima il modello di Long term care, perché il sistema di welfare sia in grado di assicurare le cure domiciliari secondo i bisogni, con prestazioni occasionali o con la presa in carico completa del paziente non autosufficiente.
E’ necessario definire innanzitutto il ruolo del pubblico nell’ offrire agli anziani fragili o ai disabili quelle prestazioni sia sociali che socio-sanitarie di cui hanno bisogno, stabilire le modalità di sostegno alle famiglie e soprattutto, in caso di difficoltà di quest’ultime, bisogna garantire la continuità assistenziale con interventi idonei ed adeguati.
Anche per questo motivo è necessario attivare una programmazione di politica sanitaria ed interventi per la non autosufficienza, con la valutazione dei risultati, perché quest’ultimi non sono coerenti con le spese sostenute.

Solo così si possono individuare i principali settori di intervento, per impiegare le risorse al meglio e soprattutto dove è necessario, eliminando strutture o settori costosi ed inefficienti. Bisogna perciò  provvedere ad un’ottimizzazione e razionalizzazione delle risorse, che devono essere gestite secondo principi di equità e di efficienza. E’ necessario  combattere ed eliminare gli sprechi, sostenere una formazione continua degli operatori del settore, promuovendone il merito e condannando le incapacità ed il ricorso ingiustificato ed inutile a pratiche costose.